24 aprile
Un'alleanza di sangue
La presenza di Dio nelle cose, nella storia, in me è una presenza vitale.
Dio amandomi mi genera e mi fa suo figlio.
La sua presenza in me è una presenza generatrice.
Ci sono però due tempi in questa generazione a figlio.
Il tempo inconscio e iniziale del Genesi in cui lo Spirito si «posa sulle acque» e crea senza chiedermi il permesso e mi fa terra impastata, pezzo di stella, fiore di campo, animale armonioso; e il tempo che è «la maturità dei tempi» in cui, come per Maria, lo Spirito mi «copre con la sua ombra» e chiede il mio «sì».
Dovendo farmi figlio a sua immagine mi fa libero, volendo farmi entrare nella sua intimità familiare mi dà la possibilità di fuggire di casa.
Il mistero della nostra libertà nasce dalla grandezza del suo amore perché non c'è vero e grande amore senza libertà.
Dio vuole da noi un amore libero perché l'amore è un assoluto.
E gli assoluti non si impongono.
Dio stesso non può impormi di amarlo.
E per questo che la sua è sempre una proposta che chiama alleanza e che nella sua pienezza il Vangelo ama dargli il nome di Regno.
«Il regno di Dio è vicino» (Mt 3, 2), annuncia il Battista.
«Il Regno dei cieli è giunto tra di voi» (Mt 12, 28), conferma Gesù.
Non ci propone un incontro di idee e di preghierine ma una alleanza di sangue.