26 giugno

L'imitazione di Nazareth

Cristiano è colui che fa ciò che Gesù ha fatto. Ma non basta. Il cristiano è colui che non solo fa ciò che Gesù ha fatto ma lo farebbe oggi, come lo ha fatto Gesù. Ed è veramente que­sto «come» la cosa più importante.

Gesù ha sempre vissuto — anche nella vita semplice di Nazareth — in comunione col Padre, quindi con il suo amore, la sua misericordia, la sua gratuità. La comunione dell'Amore.

«Anche se parlassi le lingue degli uomini e degli angeli... Anche se distribuissi tutte le mie sostanze e dessi il mio corpo per essere bruciato, ma non avessi la carità ...sono un nulla» (cf. 1 Cor 13, 1-3).

Non mi basta aiutare i poveri o condividere la vita dei poveri.

C'è il rischio che vada verso di loro come un ricco e così li umilio. Devo andare verso i poveri con molta umiltà; ho molte cose da farmi perdonare da questi fratelli. Come Gesù, che a Nazareth, ed ancora prima nel presepio, è venuto a noi piccolo, povero, umile, discreto: le sembianze di un autentico amore.

Amore che non forza. Amore che non umilia.

Amore che accoglie facendosi accogliere.

Nella Chiesa di oggi sono molti coloro che parlano di Dio o che strafanno in nome di Dio. Purtroppo sono pochi i frequentatori di Dio, i contemplativi, i testimoni. Solo frequentando Dio entreremo nell'imitazione di Gesù Amore — Jesus Caritas — e saremo capaci di fare ciò che Lui ha fatto e di farlo il più possibile come Lui.

Perciò non devo chiudermi mai in certezze e dogmatismi, niente assolutizzando al di fuori dell'amore e della misericordia.

Rimanere sempre aperto verso l'oltre di Dio.

Ed essere sempre pronto ad accogliere in tutto e in tutti il positivo, quello che unisce piuttosto di ciò che divide.

A non prendere mai me stesso e le mie opere troppo sul serio, sapendo ridere sulle mie riuscite come sui miei fallimenti.

A rimanere sempre attento a rilevare i «segni dei tempi» dove Dio continua a manifestarsi con la sua creatività e fantasia.

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