22 luglio
La sua profezia si compirà
Tra la profezia proclamata dalla parola di Dio e ciò che appare ai miei occhi c'è tutto un urto, una specie di contraddizione continua, sovente una negazione.
Direi anzi che ciò che appare sia stato voluto da Qualcuno o da qualcosa per negare la profezia.
Dice la profezia ad Abramo: «Guarda il cielo e conta le stelle, se le puoi contare... Tale sarà la tua discendenza» (Gn 15, 5).
Risponde la realtà visibile: «Com'è possibile ciò? Hai cent'anni e il seno di tua moglie Sara è sterile e consunto dal tempo».
Dice Gesù, sul pane e sul vino: «Questo è il mio corpo, questo è il mio sangue».
Risponde la ragione di chi ascolta: «Com'è possibile ciò?
Questo è un discorso duro» (Gv 6, 60). Ed è perciò che quando profetizzo sul cosmo e sulle contraddizioni di ciò che appare ai miei occhi, che «Dio è padre», tutto mi risponde: «Ubbie! Com'è possibile ciò? Guarda le ingiustizie, guarda chi ha fame, guarda che inferno è divenuto il vivere umano. Com'è possibile che Dio sia padre? Il mio bambino è morto. Com'è possibile che Dio sia padre?».
Ma so anche, e l'ho esperimentato mille volte, che quando «credo» ed affermo con tutte le mie forze che la parola di Dio è eterna e che la profezia si compirà, sconvolgo il reale, supero il mio peso di gravità, entro in un'orbita di luce, vivo una realtà divina, realizzo il Regno in me, vinco il mondo che mi circonda e cerca di soffocarmi.
Quando credo non son più un semplice uomo, sono figlio di Dio.
Il credere non appartiene ad una dimensione della natura; è già una dimensione divina in noi.