21 ottobre
Mai sono solo
L'azione è innanzitutto obbedienza. «Lavorerai col sudore della tua fronte» (Gn 3, 19).
Una vocazione. «Il Signore mi ha scelto fin dal seno materno per recare la lieta novella» (Is 61, 1).
Una passione di bene. «Vedendo le folle ne sentì compassione, perché erano stanche e abbattute come pecore senza pastore» (Mt 9, 36).
È per questo che si agisce.
Perché Lui che ha detto di agire, e il mettere in contrasto l'azione con la contemplazione non ha significato alcuno.
Il lavoro, la giustizia, l'amore sono i tre gradi dell'impegno e le tre possibilità date all'uomo di realizzare la città terrena, segno concreto e preparazione immediata alla città celeste che ne sarà la pienezza sotto il tocco della trasformazione divina: «Faccio nuove tutte le cose» (Ap 21, 5).
Ma tanto nel semplice lavoro per ordinare un campo, arando e buttando la semente, quanto nel giudicare in un tribunale o aprendo un ospedale per i lebbrosi non sono solo ad agire. Dio è con me, come dice Gesù: «... non sono solo», il Padre non lo ha lasciato solo (cf. Gv 8, 16).
Dio è con me come ispirazione.
Dio è con me come grazia.
Dio è con me come conforto.
Dio è con me come luce.
Dio è con me come carisma.
Dio è con me come rimprovero.
E la sua presenza non è teorica.
La sua presenza non è evanescente.
La sua presenza non è sterile!
La sua presenza è personale, è vitale, è feconda.
È la stessa presenza della creazione.
«Il Padre è in me ed io in Lui» (Gv 14, 11).