1 dicembre 2013

Il mio pastore

 «E Signore è il mio pastore

non manco di nulla;

su pascoli erbosi mi fa riposare

ad acque tranquille mi conduce

ristora l'anima mia... » (Sal 23, 1-3 a).

Credere che Dio è. il mio pastore che mi conduce, che mi chiama per nome mi dà tanta sicurezza e tanta tenerezza.

La mia debolezza sta nel sentirmi solo nella grande città.

E soprattutto quando le cose non si capiscono, quando soffro, quando piango, quando l'esperienza del mio limite mi con­duce contro il muro della mia incapacità, quando la mia povertà mi fa capire cosa significhi essere uomo, è allora che devo fare il salto nella speranza e credere al Dio dell'impossibile.

E invece?

Troppe volte mi ripiego su me stesso e dimentico ciò che gli ho detto nella preghiera:

«Signore, tu sei il mio pastore».

E lo dimentico nel momento in cui ne ho più bisogno.

Non siamo soli nel cammino della vita; questo dovrebbe essere il pensiero costante della mia fede.

Possiamo contare su Dio, e concretamente.

E’ Lui che ci può aiutare.

La nostra debolezza è guardare a noi, sempre a noi, solo a noi. 

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