10 novembre 2013

La ricerca nel silenzio

 Per chi si lascia cogliere dallo Spirito che anima la Parola di Dio, il deserto è un «ponte sospeso» gettato dall'anima innamorata di Dio sull'abisso tenebroso del proprio spirito, sugli strani e profondi crepacci della tentazione, sui precipizi insondabili delle proprie paure che fanno ostacolo al cammino verso Dio.

La parola «deserto» significa ben di più di un semplice luogo geografico.

I russi, che se ne intendono e che in questo ci sono maestri, lo chiamano pustinia.

Pustinia può anche significare deserto geografico, ma nello stesso tempo può indicare il luogo dove si sono ritirati i padri del deserto, può significare eremo, luogo tranquillo dove ci si ritira per trovare Dio nel silenzio e nella preghiera, dove - come dice una mistica russa trasferitasi in America, Caterina de Hueck Doroty - "si può elevare verso Dio le braccia della preghiera e della penitenza in espiazione, in intercessione, in riparazione dei propri peccati e per quelli dei fratelli. Il deserto è il luogo, dove possiamo riprendere coraggio dove pronunciare le parole della verità ricordandoci che Dio è verità. Il deserto è il luogo dove ci purifichiamo e ci prepariamo ad agire come toccati dal carbone ardente che l'angelo pose sulle labbra del Profeta”.

In ogni caso - e qui è la caratteristica che voglio sottolineare -, la pustinia, per i russi e per noi che siamo sulla stessa linea spirituale di esperienza mistica, segue l'uomo là dove si trova e non lo abbandona quando ha più bisogno del deserto.

Se l'uomo non può più raggiungere il deserto, il deserto può raggiungere l'uomo.

Ecco perché si dice: "fare il deserto nella città".

Fatti una piccola pustinia nella tua casa, nel tuo giardino, nella tua soffitta. Non staccare il concetto di deserto dai luoghi frequentati dagli uomini, prova a pensare, e soprattutto a vivere, questa espressione veramente esaltante: il deserto nel cuore della città.

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