14 luglio 2013
Conoscere
te
Dio
è l'Inconoscibile, e solo Lui può rivelarsi a me attraverso vie tutte e solo
sue, parole mai ripetute, concetti al di là di ogni concetto.
Nella
vera preghiera, quindi, mi è richiesta più passività che attività; più
silenzio che parole, più adorazione che studio, più disponibilità che
movimento, più fede che ragione.
Devo
capire «a fondo» che l'autentica preghiera è frutto di un dono del Cielo alla
Terra, del Padre a suo Figlio, dello Sposo alla Sposa, di Colui che ha a colui
che non ha, del Tutto al nulla.
E
più questo Tutto s'avvicina al nulla, più l'inconoscenza si fa senza confini.
Si sente che la conoscenza di Dio aumenta in noi man mano aumenta per Lui il
nostro amore; e di questa conoscenza non sappiamo dir nulla.
Sappiamo
che è una conoscenza sapida, misteriosa, personale, oscura di Lui; ma non
sapremo aggiungere sillaba. «lo mi rivelerò a voi » (cf. Gv 14, 21).
Questa
«rivelazione» che Dio fa di se stesso all'uomo è l'anima, il frutto, il
respiro della preghiera così detta «Contemplativa»; ed è un'autentica
anticipazione della vita eterna. La definizione l'ha data Gesù stesso: «Questa
è la vita eterna: che conoscano Te, Padre, e Colui che hai mandato, il Cristo»
(Gv 17, 3).
«Se uno mi ama, osserverà la mia parola; e il Padre mio lo amerà e verremo a lui, e faremo dimora presso di lui» (Gv 14, 23).