21 aprile 2013
Pregare,
amare, attendere
Ama
di più e soffrirai di meno.
Vuoi
conoscere il significato del cero, il segno che vuol essere?
Esso
è tratto dalla notte del passaggio, la Pasqua del Signore.
I
primi cristiani usavano il cero, come segno della presenza di Cristo
nell'oscurità del mondo.
Come
Cristo è luce del mondo e si è consumato nell'amore, così questo cero dà la
luce consumandosi.
E
un segno e come tutti i segni ci parla.
A
me questo segno ha parlato molto, l'ho fissato a lungo nella notte del sabato
santo e l'ho fatto mio nella domenica alla messa.
Poi
sono andato più avanti nella comprensione dell'idea della luce che consuma la
cera.
E
quando a Vienna un amico mi ha regalato uno di questi bei ceri colorati, me lo
sono portato a casa, l'ho messo nella mia cella sul canterano, vicino a una
piccola icona.
Il
tutto è diventato come un piccolo altare.
Ora
faccio così, e vi spiego il trucco.
Quando
il dolore viene a trovarmi, e viene abbastanza spesso e mi sento come in un buco
nero, allora io accendo il cero. Poi lo fisso bene e cerco di dire a me stesso
le parole che con tanta facilità dico ai fratelli durante la liturgia della
luce.
"Vedi
questo cero? E’ il simbolo di Gesù che dà la luce al mondo, consumandosi
come si è consumato Lui".
Le
dico e cerco di farmi coraggio.
E
poi cosa faccio?
Per
procedere nella mia piccola liturgia personale, faccio tre cose.
Piccole
cose che mi sono venute in mente e che vanno nel giusto senso.
Prego.
Amo.
Attendo.