3 novembre 2013
Vieni
con me nel deserto
Quando
si parla all'anima di «deserto», quando si dice che il deserto deve essere
presente nella tua vita, non devi intendere solo la possibilità d'andare nel
Sahara o nel deserto di Giudea, o in quello dell'Alta Valle del Nilo.
E
certo che non tutti possono procurarsi questo lusso, o attuare praticamente
questo distacco dal vivere comune. Il Signore mi ha condotto nel vero deserto
per la durezza della mia pelle.. Per me, fu necessario così; e tanta sabbia non
mi è bastata a raschiare la sporcizia della mia anima.
Ma
non per tutti c'è la stessa via. E se tu non potrai andare nel deserto, devi
però «fare il deserto» nella tua vita.
Fare
un po' di deserto, lasciare di tanto in tanto gli uomini, cercare la solitudine
per ricostruire nel silenzio e nella preghiera prolungata il tessuto della tua
anima, questo è indispensabile, e questo è il significato del «deserto»
nella tua vita spirituale.
Un'ora
al giorno, un giorno al mese, otto giorni all'anno, per un periodo più lungo se
necessario, devi abbandonare tutto e tutti e ritirarti solo con Dio. Se non
cerchi questo, se non ami questo, non illuderti; non arriverai alla preghiera
contemplativa; perché essere colpevole di non volersi isolare - potendolo - per
gustare l'intimità con Dio, è segno che manca l'elemento primo del rapporto
con l'Onnipotente: l'amore. E senza amore non c'è possibilità di rivelazione.
«Vieni, vieni con me nel deserto, ti parlerò cuore a cuore d'amore» (cf. Os 2, 16).