26 maggio 2013

In Dio

Dio è giunto al mio cuore come una grande parabola.

Tutto ciò che mi circondava mi parlava di Lui,

il cielo mi parlava di Lui,

la terra mi parlava di Lui,

il mare mi parlava di Lui.

Era come un segreto nascosto in tutte le cose visibili e invisibili.

Era come la soluzione a tutti i problemi.

Era come il Personaggio più importante che entrava nella mia vita e con cui avrei dovuto vivere per sempre.

Presto mi son sentito avvolto da Lui come «Presenza sempre Presente», che mi guardava con tutte le foglie del bosco in cui passeggiavo e attraverso le nubi che cavalcavano vive sulla mia testa.

Non ho mai avuto difficoltà a sentire la presenza di Dio, specie da piccolo. Mi sarebbe parsa così strana e così inverosimile la sua assenza.

Mi son sentito in Dio

come uccello nell'aria,

come legna nel fuoco,

come bimbo nel seno della madre.

Questa ultima immagine è stata la più forte, la più vera e cresce sempre di più in me.

Penso davvero che il grembo di una donna che contiene un bimbo sia il tema dell'universo intero, la visibilità delle cose invisibili, il segno del modo di procedere da parte di Dio per farmi suo figlio.

In Lui vivo, respiro e gioisco della sua Presenza generatrice, anche se -e ne soffro- non è ancora giunto il tempo di poter vedere il suo Volto divino, come dice la Bibbia, faccia a faccia (cf. 1 Gv 3, 2).

E ancora presto.

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