12
gennaio
Cambiamento
e stabilità
lo
ho avuto la ventura di vivere a cavallo di due epoche.
Ho
conosciuto l'Africa di papà e poi l'Africa delle Repubbliche democratiche e
popolari.
Ho
conosciuto la pista in cammello e poi ho visto i grandi petrolieri trasformare
il deserto in una Babele di soldi e di bruttezze.
Ho
avuto ancora il tempo di sentire i moralisti tradizionali ante‑Concilio
affermare che si potevano compiere centinaia di peccati mortali trascurando le
fisse rubriche della liturgia in latino, e mi sono trovato a veder celebrare la
messa senza paramenti, senza calice e con un fazzoletto rosso al collo.
Sì,
ne ho viste di cose!
Ho
visto il passaggio!
Il
cambiamento di costume!
I
tempi nuovi!
Ma
ho visto anche il Concilio!
Per
me quella immensa assise di vescovi attorno a papa Giovanni e a papa Paolo è
stata la più grande prova della presenza dello Spirito nella Chiesa cattolica
di oggi.
Nessun'altra
Chiesa è stata capace di fare altrettanto!
E'
stato come il ritorno alla Gerusalemme del primo Concilio, con Giovanni,
Giacomo, Pietro, Andrea.
E’
stata la pietra angolare su cui costruire il domani, la pietra miliare da cui
ripartire per camminare sulle strade del mondo di oggi.
Sì,
lo dobbiamo affermare. C'è un cambiamento radicale e c'è una stabilità più
radicale ancora.
Il
cambiamento è nella cultura e nel costume, la stabilità è nella fede.
Il
cambiamento è nel mondo che si ritrova ancora una volta pagano, la stabilità
nella Chiesa che si risente pronta a ripetere l'annuncio della Salvezza. Siamo
come al principio.
Siamo come i primi cristiani.