13 luglio
Nelle braccia di Dio
L'amore ci ha ridotti al nulla. Ci ha tolto ogni presunzione di sapere, di essere; ci ha ridotti alla vera infanzia spirituale.
« …Come un bambino svezzato in braccio a sua madre è l'anima mia» (Sal 131, 2).
Ecco lo stato più alto della preghiera: essere bimbi nelle braccia di Dio. Tacere, amare, godere.
E se, per questa benedetta voglia di dir qualcosa, di far qualcosa, proprio ti è necessario aprir la bocca, allora fa così: scegli una parola, una piccola frase che esprima bene il tuo amore per Lui; e poi ripetila, ripetila con pace, senza cercare di formulare pensieri, senza muoverti, ridotto ad un piccolo punto amante dinanzi a Dio Amore.
E, trasformata questa parola o questa frase in un dardo d'acciaio, simbolo del tuo amore, batti, batti contro la spessa nube dell'inconoscenza di Dio.
Non distrarti, qualunque cosa avvenga. Caccia via anche i buoni pensieri; non servono a nulla.
Il grado superiore della contemplazione, qual si può ottenere in questa vita, risiede tutto intero in questa oscurità e nube d'inconoscenza e con uno slancio d'amore e uno sguardo cieco si portano sull'essere nudo di Dio, in Lui stesso e di Dio solo.
Un cieco slancio d'amore che si porta su Dio, considerato in Lui stesso, e che preme segretamente sulla nube dell'inconoscenza è più profittevole alla tua anima, più nobile di qualsiasi altro esercizio.
Questo fratello, è il mio augurio, sintesi di tutti i doni che il deserto mi ha fatto.