20 aprile 2014

Senso e vita

«Io sono la porta».

La porta è un di qua e un di là.

La terra, il visibile, il sensibile, il tempo, lo spazio è di qua; il cielo, l'invisibile, l'eterno, l'infinito è al di là.

Ma tutto è unito, conseguente, logico, vero.

La porta che è il Cristo domina nello stesso tempo di qua e di là col suo amore che al di qua è crocifisso e al di là è glorioso.

Per divenire immortali ed entrare nella gloria del Cristo Risorto ogni uomo deve passare quella porta e chi apre e chiude è il Signore, come dice l'Apocalisse: «Se io apro nessuno chiude».

Il passaggio si chiama Pasqua e il primo a passare è stato il Cristo Signore.

Difatti si dice: «Questa è la Pasqua del Signore».

Tutto il di qua della porta ha un significato, lo puoi capire solo in funzione e nello sviluppo dell'al di là.

Senza questo rapporto, questa continuità non puoi afferrare il reale, consumi la tua vita senza vedere.

Le cose che sono nel tempo senza un riferimento all'eterno non acquistano significato: sono come a nulla, foglie che seccano.

Gesù ha detto: «Che vale accumulare ricchezze che i ladri rubano e la tignola consuma?».

Ed ha aggiunto: «Accumulate tesori nel cielo dove ladro non giunge né tignola consuma» (cf. Mt 6, 19ss).

La risurrezione di Cristo dà significato e vita ad ogni creatura creata dal Padre e realizzata in vista di Lui e per Lui.

indice Carlo Carretto 2003