23 novembre 2014

Il dono della libertà

San Giovanni, nel suo Vangelo, parla di un chicco di grano che muore nella terra per dare abbondante frutto.

Spunta un piccolo stelo, che continua a crescere fino a divenire un forte supporto, di un metro circa, alla spiga che si sviluppa dopo, alla fine.

La morte del chicco è la fase terrena, la crescita dello stelo è il purgatorio, dove il cammino prosegue, e il Regno è la tappa definitiva che continua senza più sosta nell'eterno di Dio.

È l'esodo che ci porta alla liberazione.

È una maturazione lenta, cosciente, dell'uomo nato nella schiavitù del suo limite; maturazione che lo rende deciso a liberarsi di tutti i faraoni che sono in lui, e che lo dominano per mezzo del peccato, la sintesi del vero male che regna nel mondo.

E' un impegno non semplice; non facile, ma estremamente importante perché è in gioco il più grande dono che Dio ha fatto all'uomo dopo il dono della vita eterna: il dono della libertà.

L'uomo è fatto per essere libero, l'uomo è fatto per la libertà perché solo nella libertà può esprimere la pienezza, la verità e l'amore che sono la sua esigenza fondamentale.

La libertà è la gloria dell'uomo, è la terra su cui mette i piedi da vincitore, è lo spazio infinito della sua dignità di figlio di Dio.

Finché non è libero non può essere figlio ma solo schiavo.

Finché non è libero è alla mercé delle forze occulte, vive nel caos, nell'irrazionale dell'inconsistente e della morte.

Con la libertà è in gioco la dignità dell'uomo, la sua forza per proseguire il cammino verso la Terra promessa, il significato del divino in lui, la speranza di giungere alla meta.

indice Carlo Carretto 2003