26
gennaio
Camminare
insieme
I
primi cristiani si trovarono come comunità.
Ecco
la comunità di Gerusalemme, di Antiochia, di Efeso, di Alessandria, di
Tessalonica.
E
si trovavano, come dicono gli Atti degli Apostoli, con quattro inconfondibili
caratteristiche.
1.
«Perseveravano nel farsi istruire dagli Apostoli (At 2, 42)
2.
Erano fedeli alla preghiera
3.
Spezzavano il pane
4.
Mettevano tutto in comune tanto che... tra loro non c'era alcun indigente» (At
4, 32-34).
Quale
stupenda proposta!
Perché
non rinnovare ai nostri tempi tanta speranza?
Tale
miracolo?
Non
sarebbe il modo per uscire da una vita senza senso, da una routine che ci
soffoca, da strutture che ci invecchiano?
Vivere
una Chiesa vera.
Costruirsi
una comunità che rispecchi ciò che dice Luca, dal vescovo giù giù fino
all'ultimo dei contadini sperduti in un villaggio.
Nessuno
dovrebbe rimanere senza comunità.
Ognuno
dovrebbe impegnarsi a costruirla.
Ecco,
il vescovo esce all'alba dalla sua camera e scende per pregare.
Non
dovrebbe trovarsi nella cappella con i soli familiari. Attorno a lui dovrebbe
esserci il suo presbiterio, che è la sua comunità, come lo era per Agostino ad
Ippona.
Ed
è proprio in quella autentica comunità l'ambiente della sua preghiera. La
parola di Dío dovrebbe essere spezzata insieme calmamente, lungamente come pane
quotidiano e ispirazione di vita. Tutti i cristiani di fede dovrebbero sentirsi
appartenenti ad una vera comunità di preghiera.
Il
cardinale Pellegrino disse con felice espressione: «Camminiamo insieme”