1° febbraio 2015
Vieni con me
La chiamata di Dio è cosa misteriosa, perché avviene nel buio della fede. In più essa ha una voce sì tenue e sì discreta, che impegna tutto il silenzio interiore per essere captata. Eppure nulla è così decisivo e sconvolgente per un uomo sulla terra, nulla più sicuro e più forte. Tale chiamata è continua: Dio chiama sempre! Ma ci sono dei momenti caratteristici di questo appello divino, momenti che noi segniamo sul nostro taccuino e che non dimentichiamo più.
Per me fu a 44 anni che ciò avvenne; e fu la chiamata più seria della mia vita: la chiamata alla vita contemplativa.
Questa volta dovevo dire di sì senza nulla capire: < Lascia tutto, e vieni con me nel deserto. Non voglio più la tua azione, voglio la tua preghiera, il tuo amore...».
Qualcuno, vedendomi partire per l'Africa, pensò ad una crisi di sconforto, di rinuncia. Nulla è più inesatto di ciò. Sono così ottimista per natura e ricco di speranza, che non conosco cosa sia lo sconforto o la rinuncia alla lotta. No, fu la chiamata decisiva. E mai la compresi come quella sera dei vespri di san Carlo del 1954, quando dissi di sì alla voce: «Vieni con me nel deserto». C'è una cosa più grande della tua azione: la preghiera; c'è una forza più efficace della tua parola: l'amore!
E andai nel deserto. Senza aver letto le Costituzioni dei Piccoli Fratelli di Gesù, entrai nella loro congregazione; senza conoscere Charles de Foucauld mi misi alla sua sequela. Mi bastava aver sentito la voce che mi aveva detto: «Quella è la tua strada».
Fu camminando coi Piccoli Fratelli sulle piste del deserto che scoprii la bontà della via; fu seguendo il Padre de Foucauld che mi convinsi che proprio quella era la mia via. Ma Dio me l'aveva già detto nella fede!