1 marzo 2015

lo sarò con te

Il Verbo si è fatto carne

Ci vuole tempo prima che l'uomo possa capire il suo stato, alzare la testa, sorridere dinanzi al diluvio di mali che l'ha investito.

Mi diceva una cieca d'aver impiegato dodici anni per capire qualcosa della sua cecità.

Poi capì e sorrise.

C'è un mistero nelle cose.

C'è un mistero nella vita.

C'è un mistero nel dolore.

E' come la notte, ma per vederci occorre attendere l'alba.

E attendere significa sperare e la speranza è la pazienza dell'uomo.

Ma è proprio in questa pazienza che l'uomo impara a posse­dersi, a conoscersi.

Difatti la Scrittura dice: «Nella pazienza possederete le anime vostre» (Lc 21, 19).

Quando l'uomo ha imparato la pazienza e si è abituato ad attendere il silenzio di Dio, diviene Parola.

La Parola,- tutta la-Parola, è Gesù, la persona di Gesù, il Verbo di Dio.

«E il Verbo si è fatto carne ed ha messo la sua tenda tra di noi» (Gv 1, 14).

E tra noi ha vissuto da povero. Il povero di  JHWH.

Volle assumere su di sé la povertà dell'uomo per aiutarlo a compiere il terribile esodo espresso dalla povertà, dalla sofferen­za, dalla morte.

Tutta la vita di Gesù va vista in questa luce, tesa in questa prospettiva, indirizzata a questo fine.

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