20 settembre 2015
Soffrire
L'amore ti fa nascere alla vita, ti rialza se caduto, ti rimprovera se sbagli, ti attende se fuggi, ti abbraccia se ti fermi a cercarlo, ti bacia se lo baci.
E in più ti fa soffrire.
Questo farti soffrire, per molto tempo resta incomprensibile all'uomo. I più prendono il soffrire come se fosse una punizione per i peccati. E siccome di peccati tutti ne fanno e in abbondanza, nella nostra immaturità diciamo: «Dio mi ha punito».
E così passiamo da una punizione all'altra, da un soffrire a un altro soffrire.
Ma le cose non stanno così.
Dio non punisce nessuno, e, adesso che lo conosco un tantino, mi vergogno del tempo in cui, immaturo, pensavo al dolore come punizione di Dio.
In fondo, pensando a un Dio che punisce, non facciamo altro che pensare a Dio come... siamo noi: cattivi, cattivi, cattivi.
Non è da cattivo punire qualcuno? Si direbbe, in parole povere, realizzare una piccola vendetta. Non mi hai ascoltato, e io ti punisco!
Bella roba!
Se Gesù stesso ha detto a noi di offrire l'altra guancia a chi ci colpisce, proprio Lui farebbe diversamente, e al posto dell'altra guancia offrirebbe una ben meritata punizione? A me non piacerebbe più un Dio di questo genere.
In Lui, la sofferenza che ci offre, e che ci offre con estrema abbondanza, non è punizione.
E scuola. Ed è scuola d'amore.
Dio amore non può dare che amore e la sofferenza ci aiuta ad entrare nell'amore.