23 agosto 2015

La meditazione della parola

La meditazione è il tempo del libro, il tempo in cui si cerca di sapere ciò che altri han detto di Dio; è il tempo fervido della riflessione, dello studio teologico; tempo di discussioni filosofi-che, tempo di incontri d'anime, tempo bello.

Ci sono mille maniere di fare meditazione, ed è bene che ciascuno faccia la sua esperienza. Si accorgerà, camminando, di ciò che gli è più adatto. Vorrei soltanto dire due cose, una sul metodo della meditazione e l'altra sul libro da scegliere, che ho imparato dal mio grande maestro, san Giovanni della Croce.

Egli divideva in tre parti la meditazione, e fin qui niente di nuovo.

1. Rappresentazione immaginativa del mistero sul quale si vuoi meditare.

2. Considerazione intellettuale dei misteri rappresentati.

3. (Ed è l'importante). Riposo amoroso e attento a Dio, per raccogliere il frutto là dove la porta dell'intelligenza s'apre all'illuminazione divina.

Questo sforzo amoroso, profondamente umano, deve sfociare in una serenità, in un riposo affettuoso dinanzi a Dio. Cioè, dev'essere una meditazione orientata nettamente verso la sempli­ficazione e il silenzio interiore.

Innanzitutto, scegliere la Bibbia. Se potete, leggete tutti i libri di meditazione che volete, ma ciò non è indispensabile; indi­spensabile, invece, è leggere e meditare la Sacra Scrittura. Basta con un cattolicesimo senza Bibbia! Basta con una predicazione senza midollo perché non ancorata alla Scrittura. Basta con una formazione religiosa non scaturita dal Vangelo.

La Bibbia è la lettera che Dio stesso scrisse agli uomini nei millenni della loro storia. E il sospiro verso il Cristo (Vecchio Testamento) e il racconto della sua venuta tra noi (Nuovo Testamento). Il Verbo fatto parola è la Bibbia; il Verbo fatto carne è l'Eucaristia. Non esito a metterli entrambi sull'altare e ad inginocchiarmi dinanzi.

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