24 maggio 2015

Povero o ricco

Se è vero che la misericordia di Dio è attirata dal povero, il peccatore l'attira di più perché è il più povero tra i poveri.

Cos'è la povertà di un uomo che è nudo nel corpo, in para­gone della sua nudità nello spirito?

Cos'è la mancanza del pane, in confronto alla mancanza dell'amore?

E più povero Francesco nudo ma libero, o suo padre vestito che idolatra le sue ricchezze?

Non c'è limite alla miseria dell'uomo violento, crudele, incatenato dai sensi e ridotto a uno straccio dalla droga e dalla lussuria.

Non c'è angoscia più grande di chi fugge dai grandi valori

della vita e si riduce alla solitudine dell'egoismo più raffinato.

Se Dio è Dio, come è vero che è Dio, la gerarchia della felicità comincia da Lui, non dal contrario.

Più l'uomo è vicino a Dio e più è felice; più è da Lui lonta­no e più è povero.

Il peccato, che è fuga da Dio, non è interessante, non dà gioia, pienezza, pace e ti tradisce continuamente.

Per chi ha provato, per chi conosce la verità e ha gustato la dolcezza di Dio e della sua casa, il peccatore è veramente il disgraziato che attira la sua compassione.

Dov'è la casa per il peccatore?

Dov'è la gioia per chi tradisce?

Dov'è la sicurezza e la stabilità per chi non crede, non spera, non ama?

Ecco perché tutto il Vangelo può essere riassunto nella parabola di Luca: il ritorno al Padre del figlio lontano.

Il ritorno è la vittoria di Dio, è la stessa gioia di Dio. Nella misericordia Dio sazia la sua sete d'amore. Conoscendo Dio, pur sapendo che c'è la possibilità di perderci, mi sono convinto che tutti si salvano.

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