29 novembre 2015

Luce risplendente 

Pare strano ma è così: la troppa luce crea la tenebra, e se fisso il sole ho l'impressione che tutto diventi buio.

Nulla è più vero dell'esistenza di Dio, e nulla è più oscuro. Nulla è più chiaro, razionale, palpabile della creazione del cosmo da parte di Dio, e nulla è più misterioso. Nulla è più evidente dell'eternità dell'anima, e nulla è più tenebra dolorosa del momento della morte.

Nel rapporto con il «trascendente» entriamo nel dominio della fede, e la fede è buia, oscura, nuda e sovente dolorosa.

Piaccia o non piaccia è così, ed è sempre più evidente che debba essere così.

Noi crediamo per fede che Dio ha creato il mondo, dice in sostanza san Paolo, e ogni ragionamento, anche il più scaltro, non cambia questa realtà.

La creatura sulla terra, proprio perché è creatura, è immer­sa nel buio, nel «mistero» che non è mancanza di luce ma riflesso di una luce che la trascende e la supera. In più, questa luce è di una tale novità da obbligare l'uomo ad una educazione e comprensione progressiva che impegna tutta la sua esistenza.

Dio non potrebbe aggiungere nulla a ciò che ha fatto e fa per spiegare meglio le cose, per facilitare il rapporto nostro con Lui, per convincerci meglio della sua Esistenza e della sua Provvidenza.

Difatti, che cosa potrebbe aggiungere all'infinitezza del co­smo per dirci meglio la sua Infinitezza?

Che cosa otterrebbe se rendesse più splendido lo splendore della bellezza profusa nelle cose?

Nulla!

Tutte le bellezze, tutte le grandezze, tutte le perfezioni in cui siamo immersi non ci esimono dall'atto di fede, non lo possono sostituire.

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