5 aprile 2015
Dio ti guarda
Fissa le cose, leggi nelle cose: non temere di perdere tempo a passeggiare lungo il mare o a guardare in un microscopio la struttura armoniosa dell'infinitamente piccolo.
L'intuizione di Dio, la fede in Dio nasce proprio là in quel segno che ti è davanti e non per nulla, non per caso ti sta guardando.
Non pensare solo che stai vedendo le cose, sforzati di credere che le cose guardano te: Dio ti guarda attraverso tutte le luci della città in cui cammini la sera e da tutte le nubi che come gregge in marcia transitano sulla tua testa.
Dio ti abbraccia servendosi del vento che ti scompiglia i capelli e ti bacia col primo sole nel mattino.
Le mani di Dio che ti toccano possono essere gli strumenti del tuo lavoro quotidiano e il suo saluto il fischio del treno che passa nel viadotto vicino a casa tua.
Se vuoi che i segni della creazione che ti circondano non ti distraggano, riempili della presenza di Dio.
Essi ti parleranno di Lui. Se vuoi che le strade che percorri diventino i corridoi del tuo ideale convento, pensali nella luce della sua presenza.
Il lavoro non sarà più un impegno che ti allontana dalla preghiera se tu lo realizzi come atto di obbedienza alla sua parola che ti risuona nelle orecchie: «Lavorerai col sudore della tua fronte» (Gn 3, 19).
La presenza di Dio che viene a te attraverso i segni trasformerà l'ambiente in cui vivi in un ideale tempio dove tu potrai «adorare Dio in spirito e verità» (Gv 4, 24).