8 febbraio 2015

Guidato e sorretto

L'aver scoperto che ero nulla, che non ero responsabile di nessuno, mi diede la gioia del ragazzino in vacanza.

Perché non mi è mai saltato in testa che una pur piccola colonna che regge il cosmo non gravi sulle mie spalle? Ed è forse il cosmo diverso dagli uomini? Ed io l'avevo pensato. È vero che Gesù aveva detto: < Andate e istruite tutte le genti» (Mt 28, 18), ma aveva aggiunto: «Senza di me non potete far nulla» (Gv 15, 5). È vero che sant'Ignazio aveva detto: «Fate come se tutto dipendesse da voi»; ma aveva aggiunto: «però aspettate come se tutto dipendesse da Dio».

Dio è il creatore del cosmo fisico, come è il creatore del cosmo umano. Dio è il reggitore del cosmo come è il reggitore della Chiesa. E se ha voluto, per amore, rendere gli uomini collaboratori suoi nella salvezza, il limite del loro potere è ben piccolo e determinato: è il limite del filo rispetto alla corrente elettrica.

Noi siamo il filo, Dio è la corrente. Tutto il nostro potere sta nel lasciar passare la corrente. È certo: abbiamo il potere di interromperla, abbiamo il potere di dir di no; ma nulla di più.

Il pensare che le cose del mondo siano in mano a Dio, oltre ad essere la pura verità, è cosa che dovrebbe fare immenso piacere a chi ci tiene che le cose vadano bene. Dovrebbe essere fonte di fede serena, di speranza gioiosa e soprattutto di pace profonda. Che cosa posso temere, se il tutto è guidato e sorretto da Dio? Perché agitarmi tanto, come se tutti questi problemi dipendessero da me o dai miei colleghi, gli uomini; e non cercare, invece, di capire se ci sono altre vie più interessanti e più efficaci da battere?

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