15 maggio 2016

Accettare il mistero

Il fuoco, con cui avevo cotto il pane, si stava spegnendo. La notte era già alta e mi sentii solo.

La presenza di Maria ora era nel rosario che avevo in mano e che mi invitava a pregare.

Sentivo freddo e mi avvolsi nel "bournous" (mantello arabo di lana di pecora) che avevo con me.

L'oscurità divenne totale ma non avevo nessuna voglia di addormentarmi.

Volevo gustare la meditazione che Maria mi aveva regalata. Soprattutto volevo entrare con dolcezza e forza nel mistero della fede, la vera, quella dolorosa, oscura, arida.

Oh no! Non è facile credere, è più facile ragionare.

Non è facile accettare il mistero che ti supera sempre e che allarga sempre i limiti della tua povertà!

Povera Maria!

E stato semplice concepirlo nella carne, estremamente più impegnativo concepirlo nella fede! Quale cammino!

Eppure non ne esiste un altro. Non c'è altra scelta.

Vuoi tu, Maria, spaventata dal credere, tornare indietro, pensare che non è vero, che è inutile tentare, che è un'illusione quella di un Dio che si fa uomo, che non c'è Messia di salvezza, che tutto è un caos, che sul mondo domina l'irrazionale, che sarà la morte a vincere sul traguardo e non la vita?

No!

Se credere è difficile, non credere è morte certa.

Se sperare contro ogni speranza è eroico, il non sperare è angoscia mortale.

Se amare ti costa il sangue, non amare è inferno.

Credo, Signore!

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