17 gennaio 2016

Un regno oggi

Il Regno in cui «Dio ci ha trasferiti liberandoci dal potere delle tenebre» (Col 1, 13) è chiamato regno dei cieli.

Da questa definizione capisco che è un regno celato.

Io che come uomo, cittadino di questa terra, appartengo ad

uno Stato e ne ho il passaporto, ho nello stesso tempo in tasca un altro passaporto, quello del Regno dei cieli.

Sono come un partigiano che agisce in un paese non ancora conquistato e che conta di conquistare.

Se farò sul serio, capisco subito che dovrò dare fastidio a qualcuno, anzi oggi mi è chiaro che i regimi totalitari e ideologizzati non potranno sopportarmi e, se mi scopriranno, cercheranno di eliminarmi o di ostacolarmi.

Ma io non ho nessuna intenzione di eliminare qualcuno anche perché sul mio passaporto di seguace del Cristo c'è scritto: «Beati i misericordiosi,

Beati i portatori di pace» e addirittura «Beati i perseguitati».

Che strano questo regno!

Chi lo può capire?

Ciò che è chiaro nel concetto di questo regno è che incomincia oggi, incomincia dalla mia conversione e non attende la mia morte per farmi agire.

Oggi!

Devo agire oggi.

So che è un Regno che non avrà fine, che scavalcherà la stessa frontiera della morte, che si ingrandirà a dismisura oltre il tempo, che è "escatologico", come si ama dire tra di noi, ma che è già tra di noi e che a tutti gli effetti mi deve impegnare.

Il regno dei cieli non è un complimento, una vuota chiacchie­ra, una promessa vaga, è un fatto, è l' incontro di due volontà serie e autentiche, è una conversione alla Luce, all'Amore, alla Vita, proprio perché Dio è Luce, Amore, Vita.

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