23 ottobre 2016

L'elemento più importante

Io ho lavorato molto per la Chiesa, lo riconosco. Non ho avuto altro pensiero, altra ansia. Ho corso duramente e ho percorso tanti chilometri come il più impegnato missionario. Ad un certo punto, però, mi accorsi che ciò che mancava nella Chiesa non era il lavoro, l'attività, la costruzione di opere, l'impegno di avvicinare anime. Ciò che mancava, o almeno era scarso, era l'elemento preghiera, contemplazione, dono di sé, intimità con Dio, fedeltà allo Spirito Santo, convinzione che era Lui il vero costruttore della Chiesa.

Per essere chiari: nella Chiesa occorrono, sì, gli uomini d'azione, ma bisogna stare molto attenti che quell'azione non soffochi l'elemento più delicato ma ben più importante della preghiera.

Se manca l'azione e c'è la preghiera, la Chiesa vive, respira ancora, ma se manca la preghiera e c'è solo azione, la Chiesa intristisce, muore. Ti faccio un esempio fisico che ho qui di fron­te nel deserto (il deserto è una grande scuola!). Un pezzo di deserto, tutto è sabbia e morte. Tutt'al più qualche spino. Gli uomini vogliono trasformare il deserto in un'oasi verdeggiante. Incominciano a lavorare. Si fanno strade, stradette, canali, ponti, case, ecc. ecc. Non cambia nulla: tutto rimane deserto. Manca l'elemento base: l'acqua. Allora, chi ha capito incomincia non a lavorare in superficie, ma si mette a scavare profondo. Cerca l'acqua. Fa un pozzo; la fecondità dell'oasi non dipenderà dai canali fatti, dalle strade, dalle case, ma da quel pozzo. Se sgor­gherà l'acqua tutto si vivificherà, se no «nihil». Difatti Gesù disse: «Sine me, nihil potestis facere» (Gv 15, 5).

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