29 maggio 2016

Un giardino

Un esempio: C'era nel deserto un giardino, l'uomo prima della caduta.

I secoli, la mancanza di lavoro, le invasioni l'hanno distrutto. Ora è un pezzo di deserto. Come agisce il piano di Dio attra­verso l'uomo?

Chi va, chi prende la zappa, chi lavora è certamente l'uomo. Senza questo lavoro non torna il primitivo giardino. Ma qual è la differenza? Che nel sottosuolo oggi è tornata l'acqua fatta affluire da Dio. Il compito dell'uomo è di riportarla alla superficie, è far canali, zappare, seminare, piantare.

Ma l'uomo è libero di agire secondo un suo piano? No, perché il suo piano deve essere subordinato alle leggi che lo presiedono e presiedono al giardino: le stagioni, la qualità del seme, l'acqua, il sole, ecc. Qui sta l'errore dell'uomo: dimentica tali leggi e lavora indipendentemente da esse.

Ecco gli errori da me vissuti ad usura! Lavorare in superficie, fare tutto il piano e ...non ricorrere all'acqua o non tener conto del sole. Nel deserto – e il mondo è un tremendo deserto – l'acqua è tutto per un giardino. E il «sine qua non». Difatti disse Gesù: «Senza di me non potete fare nulla» (Gv) 15, 5).

In quanto poi alla preparazione stessa del piano (preventivo) non è molto più giusto, più salutare, più umile, più vero, più prezioso, ricorrere a chi conosceva il giardino già prima, per averlo fatto Lui, per averlo lungamente lavorato, per essere il vero giardiniere? Non solo, per averlo ricomprato col Suo Sangue.

Proprio qui agisce la mancanza di fede: non tener conto di Lui, non sentirlo, non vederlo, non stimarlo, non cercarlo. Fede vuol dire: vedere Dio che riempie il mondo.

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