3 luglio 2016

Andare al di là

Dio mi plasma e mi tocca con le cose create mi rende

cosciente, poco alla volta, con la dolcezza della sua Grazia e con la forza del suo Spirito.

Io sono dentro le cose, sono fatto dalle cose ma aspiro ad una vita che va al di là delle cose.

Nato nelle cose figlio dell'uomo, divento figlio di Dio.

Nato una volta da mio padre e mia madre che mi hanno trasmesso le realtà terrene, nascerò una seconda volta a figlio delle realtà celesti.

Ora sono come un feto immaturo, a mezza strada tra il mio passato e il mio futuro, tra le cose che conosco e quelle che non conosco.

Non è una posizione comoda. Difatti soffro.

Soffro d'incompletezza, di cecità, di nostalgia.

D'incompletezza perché non sono ancora fatto e pecco d'immaturità; di cecità perché non ci vedo chiaro, così chiuso nelle cose; di nostalgia perché ho già nelle vene il sangue di Dio e mi tocca sopportare con pazienza il mio sangue turbolento e malato di uomo.

Se uno mi dicesse che dovrò stare sempre in questa posizio­ne mi darebbe una brutta notizia.

E' come mi dicesse: «Tu devi stare sempre nel ventre di tua madre».

Io però devo andare al di là, e anche voi, lo vogliate o no, dovete andare al di là.

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