8 maggio 2016
In mezzo a noi
Gesù aveva sfamato cinquemila uomini in un luogo solitario prospiciente al lago, il suo lago.
Li aveva fatti sedere sull'erba in gruppi di cento e di cinquanta e aveva, con cinque pani e due pesci, riempito non solo tutti gli stomaci, ma ben dodici sporte di resti.
Il segno era ben chiaro.
Se nel deserto c'è uno che dà il pane a tanta gente, Dio è manifestato.
Dio è con noi.
E Marco continua la sua catechesi: «Ordinò ai discepoli di salire in barca e precederlo sull'altra riva, verso Betsaida, mentre Egli avrebbe licenziato la folla.
Appena li ebbe licenziati salì sul monte a pregare» (Mc 6, 45s). Anche Matteo segue lo stesso filo e a questo punto aggiunge che Gesù era solo.
Poi il quadro si ingrandisce e cielo e terra contemplano ciò che avviene sul lago.
«La barca distava già qualche miglio da terra ed era agitata dalle onde a causa del vento contrario.
Verso la fine della notte egli venne verso di loro camminando sul mare.
I discepoli a vederlo camminare sul mare, furono turbati e dissero: "E un fantasma" e si misero a gridare dalla paura. Ma Gesù subito parlò a loro: "Coraggio, sono io, non abbiate paura"» (Mt 14, 24-27).
E questa la sostanza della fede, è la novità nel rapporto col divino, è la confidenza che Dio è con noi, che il mondo è vinto, che la morte è ingoiata dal Cristo, che esiste la vita eterna, che noi siamo immortali.
Questo non è facile ed è la più grande fatica dell'uomo sulla terra.
Credere, sperare, amare rappresentano davvero il capolavoro di questa misteriosa tenzone tra cielo e terra, tra visibile e invisibile.