2 aprile 2017

Scoperta della persona

Un'accettazione continua della presenza di Dio nelle cose intorno a noi è soltanto un inizio. Bisogna fare un'altra scoperta e questa è nella fede.

E una scoperta della persona di Dio. Quando io mi lascio baciare dal sole, quando io tocco la terra e canto con san Francesco: «Laudato sii mi Signore... Laudato sii mi Signore per frate fuoco», io sono soltanto sulla porta della contemplazione. E il cuore tuo fresco e bello che si esprime, ma non è ancora la vera contemplazione, perché la contemplazione è passiva.

E per giungervi bisogna passare attraverso la scoperta della persona.

Quando Abramo si trovò nel deserto e udì la voce di Dio:

«Lascia il tuo paese, ...dammi tuo figlio!» passò da una fede generale in un Dio presente in tutto il deserto al Dio persona che è davanti a lui. Quando Mosè vide il roveto che bruciava non si volse a destra o a sinistra ma guardò davanti.

E la personalizzazione di Dio. La scoperta della persona coincide con il mistero della nostra persona. Io persona sento davanti a me l'altro. Tutta la vita diventa una parola: Padre. Tutta la luce diventa una parola: Gesù. Tutto l'amore diventa una persona: Spirito Santo.

E sarebbe una tristezza rimanere così, è come se l'unità fosse rotta: è una sofferenza. Ma la rivelazione dello Spirito Santo che è l'amore mi ridà il senso dell'unità di Dio.

E come per Abramo, che vede tre uomini davanti a lui e dice: «Signore mio Dio» al singolare (cf. Gn 18, 1-33).

La scoperta dell'unità di Dio, attraverso la trinità delle persone, è la sostanza stessa della contemplazione e quando uno la tocca con la sua esperienza prova una gioia che non ha paragone su questa terra: è il Regno.

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