21 maggio 2017

La chiave

Sì, sovente l'esperienza mi ha fatto pensare che se Dio non fosse esistito saremmo stati costretti a inventarlo perché senza di Lui e di ciò che Lui rappresenta non riusciamo a vivere e siamo già in difficoltà ai primi vagiti o ai primi passi. Senza la fede in Dio è come se abitassimo in una casa senza tetto o volessimo leggere di notte senza lampada.

Ma Dio non occorre inventarlo perché è già inventato ed è così vicino che possiamo sentirne il respiro quando tacciamo o preghiamo.

Certo esistono problemi di visibilità, ma questi non dipendono da Lui, ma dalle nostre complicazioni infinite.

Dio è semplice e noi lo facciamo complicato. E vicino e noi lo pensiamo lontano. E nel reale e negli avvenimenti e noi lo cer­chiamo nei sogni e nelle utopie impossibili.

Il vero segreto per entrare in rapporto con Dio è la piccolezza, la semplicità di cuore, la povertà di spirito: tutte cose che vengono frustrate in noi dall'orgoglio, dalla ricchezza e dalla furbizia.

Gesù lo aveva detto: «Se non sarete come bambini... non entrerete» (Mt 18, 3) e non aveva certo voglia di scherzare o di prenderci in giro.

Il vedere o il non vedere Dio dipende dal nostro occhio: se è un occhio semplice lo vede, se è un occhio maligno non lo vede.

Dio dà la vita all'uomo, gli dà il pane per sostenerlo e gli dà questa intuizione che è la fede per guidarlo e illuminargli il cammino.

E la dà a tutti.

Tutti!

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