26 novembre 2017

Il buio è necessario

È necessario il buio, l'oscurità della fede, per non essere feriti dalla troppa luce di Dio.

Per la mia natura d'uomo non c'è altra possibilità; e comprendo sempre più che la fede non è una misteriosa e crudele astuzia di un Dio che si nasconde senza dirmi il perché, ma è un velo necessario e insostituibile perché la mia scoperta di Lui avvenga gradatamente, rispettando le tappe di sviluppo della vita divina in me.

«Nessuno può vedere Dio senza morire» dice la Scrittura (Es 33, 20), nel senso che il vederlo faccia a faccia è solo una pos­sibilità riservata a coloro che sono passati attraverso lo stadio della morte.

Per lo stadio terreno, che è il primo, tale è la luce, tale l'infinitezza del mistero e tale è l'inadeguatezza della natura umana, che si può penetrare nella luce solo poco alla volta. Prima attraverso i simboli, poi con l'esperienza, poi con la contemplazione che può essermi concessa in anticipo, su questa terra, se resto fedele all'amore di Dio.

Ma sarà solo un inizio, un abituare gli occhi dell'anima a sopportare tanta luce; ma il processo continuerà senza fine; e il mistero rimarrà sempre, tanto ci sovrasta l'infinitezza di Dio.

In fondo, che cos'è la nostra vita quaggiù se non lo scoprire, il prendere coscienza, il penetrare, il contemplare, l'accettare, l'amare questo mistero di Dio, unica realtà che ci circonda e nella quale siamo immersi, come meteoriti nel cosmo senza fine? «In Dio viviamo, ci muoviamo e siamo» (At 17, 28).

Non ci sono molti misteri; ce n'è uno solo, da cui tutto di-pende e da cui non si può sfuggire.

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