28 maggio 2017

Verrà l'ora

Dio solo è reggitore del cosmo, Dio solo sa quando morrò, Dio solo può convertire la Cina. Perché assumersi responsabilità che non abbiamo, perché stupirci se l'Islam non ha ancora scoperto il Cristo e se il Buddismo regna senza inquietudini e crisi in milioni di fratelli? Verrà l'ora; ma questa non dipende da me.

C'è o non c'è una geografia di Dio, una storia sacra per tutti i popoli, un procedere nel tempo verso una maturità?

Abramo non conobbe il Cristo, se non nella speranza della persona; ma non per questo andò perduto o fu dimenticato dal Padre. Non era giunto il tempo dell'Incarnazione.

Ci sono i piani di Dio, e questi contano; ci sono i piani umani, e questi non contano, o almeno contano in rapporto al loro sincronizzarsi con i primi.

Ma è Dio che precede e non l'uomo. Maria stessa poteva morire nell'attesa senza vedere il Cristo, se Dio non decideva esser giunta l'ora dell'Incarnazione. Gli uomini di Galilea avrebbero continuato a pescare nel lago e a frequentare la sinagoga di Cafarnao, se non fosse venuto Lui a dire: «Venite». Ecco la verità che dobbiamo imparare nella fede: l'attesa di Dio; e questo non è un piccolo sforzo. Questo «attendere»; questo «non preparare piani»; questo «far silenzio» è la cosa più interessante che compete a noi.

Poi verrà anche «l'ora della chiamata»; l'ora in cui si deve parlare; l'ora della messe. Ma ciechi, ciechi noi se in tale ora pen­seremo di essere gli attori di tali meraviglie: la meraviglia, semmai, è che Dio si serva di noi così miserabili e così poveri.

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