29 gennaio 2017
Il dono irreversibile
Venne Gesù!
E i suoi non lo riconobbero. Non solo, ma lo spinsero fuori della sua dimora, come capro espiatorio, verso il deserto. Tutta l'umanità gli fu addosso per colpire, sputare, odiare.
E Gesù, l'unico innocente, il vero innocente, piegò il capo sotto i colpi; non invocò la giustizia e pagò nelle sulle carni e nel suo spirito il peccato di tutti. Era, da quell'istante e per sempre, instaurata la legge del perdono, della misericordia, dell'amore che va al di là della giustizia.
Dopo l'episodio del Calvario, la pace sarebbe passata non più nel rasoio della verità o nel tribunale della legge, ma nel cuore squarciato di un Dio che s'era fatto per noi «peccato» in Cristo Gesù. Era finita l'epoca del vittimismo e incominciava, con Gesù, la dinastia della «vittima». La vera vittima, silenziosa vittima, vittima che si paragona all'agnello, vittima che accetta di essere vittima e che distrugge nel fuoco del suo amore gli sterpi dell'ingiustizia.
«Dio ama l'ilare donatore» (2 Cor 9, 7) dirà san Paolo; e la vittima è l'ilare donatore. Dio sarà l'ilare donatore nel Cristo; il suo dono sarà irreversibile; perdonerà, e per sempre, tutti i peccati; ridarà vita alle ossa stanche del peccatore, trasformerà una prostituta in Maria Maddalena e un gaudente qualsiasi in un san Francesco.
La vita trionferà sulla morte e la primavera troverà forza e bellezza dallo stesso letame della terra. «Io ho vinto il mondo» griderà il Cristo nel suo sacrificio; e la gioia tornerà a fiorire nel nostro cuore angosciato.