9 aprile 2017
Poco più di nulla
Dio chiede all'uomo un atto di confidenza in Lui; e questo atto è la vera, l'autentica sottomissione della creatura al Creatore, un atto di umiltà, d'amore.
Questo «confidare in Dio», questo «far credito all'Onnipotente», questo appagare la nostra sete di sapere nell'infinito mare della sua paternità, questo accettare il suo misterioso piano, questo entrare alla scuola per ascoltare la sua Parola, questo «saper attendere» è l'atto di adorazione degno dell'uomo su questa terra.
Ma se per orgoglio non vogliamo metterci sul sentiero della fede e voltiamo le spalle alla realtà divina e chiudiamo gli occhi dinanzi alla testimonianza delle stelle, che cosa risolviamo noi? Aumenta forse la nostra conoscenza del mistero? In fondo che cosa sappiamo noi? Senza giungere a parlare di Dio e della incarnazione del Verbo e dell'Eucaristia, che cosa sappiamo noi dello stesso mondo fisico che ci circonda? Di ciò che capita dopo la nostra morte? Del dolore degli animali e del destino delle cose? Di ciò che capita su Andromeda e di ciò che avviene alla gazzella che muore? Ciò che sappiamo è poco più di nulla; un senso di sgomento dovrebbe coglierci ad ogni scoperta, che è là per dirci: «Solo oggi arrivi?».