1 aprile 2018
Segni della sua presenza
Molto tempo prima che Gesù ci raccontasse le sue parabole per aiutarci a capire le cose, Dio Padre ce ne aveva raccontata una di dimensioni cosmiche e di profondità abissali: la parabola della vita.
Tale parabola comprendeva tutto il visibile e l'invisibile e, invece di essere espressa con delle parole, era espressa con la realtà, con le cose che sono.
Colui che l'ascoltava era immerso nella parabola senza la possibilità di sfuggire all'ascolto, perché le parole erano fatte con le cose stesse e non potevano essere negate in alcun modo.
«Chi potrà dire: "il sole è falso!"?», dice la meridiana indicando l'ora che transita visibile nel suo quadrante.
Come sfuggire alla «presenza assente» di un segreto, disegnatore di una volontà realizzatrice, di un'unità indiscussa di cui ti senti parte?
Chiamalo Architetto del mondo, chiamalo Essere, chiamalo Motore immobile, chiamalo come vuoi, ma non puoi vivere a lungo senza sentire il bisogno di fare i conti con Lui, senza pensare a Lui, senza innamorarti di Lui prima ancora di conoscerlo per benino.
E fatale.
Semmai il dubbio su di Lui è sul suo modo di procedere, sul perché fa le cose così e più di tutto perché è così silenzioso e ha una presenza così misteriosa e oscura, anche se tutto non fa che parlare di Lui.
Sì. Tutto.
Sì, non posso dubitare: tutto è espressione della sua visibilità e della sua presenza sempre presente.
Anche se c'è un velo sulla sua nudità, ed è come un mistero che lo avvolge, tale velo non ha il potere di nascondere le sue forme stupende e straordinariamente trasparenti.