8 luglio 2018
Come i fanciulli
Dobbiamo essere con Dio come il fanciullo del Vangelo.
Vediamo alcuni caratteri di questa infanzia. Il fanciullo crede in suo padre, non ha paura con lui, si fida ciecamente. Non si preoccupa di «cosa mangerò» domani perché sa che c'è lui. Questa immensa, radicale fiducia, questo totale abbandono, questa semplicità di sguardo esistente nel piccolo nei riguardi del padre, dev'essere il mio atteggiamento davanti a Dio. Non c'è più sicura via. Tutta la fede lavora in quel senso. Altrimenti «non entrerete», dice Gesù. Difatti, cosa avrebbe fatto e pensato Maria se non fosse stata guidata da questa infanzia spirituale posta in Lei dalla fede? Avrebbe capito il mistero della nascita di Gesù? Avrebbe accettato l'incomprensibile strage degli innocenti? Ma come, non interviene l'Onnipotente! Lui che pur fa un miracolo avvertendo Giuseppe di fuggire? E inutile insistere. La vita umana-divina è un mistero tale che solo la fede accettata con semplicità di bimbo può risolvere. Ecco la mia via.
Dunque sono diventato piccolo fratello di Gesù. E questo il titolo più giusto come cristiano e il rapporto più esatto con Gesù. Tale rapporto rafforza l'altro rapporto, quello col Padre. Sono figlio del Padre, conquistato alla sua famiglia col sangue del primogenito Gesù.