13 ottobre 2019

Il distacco

 Povertà è povertà, e resta povertà; e non è sufficiente fare il voto di povertà per essere poveri in spirito.

Se è vero, com'è vero, che la perfezione della legge sta nella carità, tale perfezione deve investire in pieno i miei averi, le mie ricchezze; altrimenti non conoscerò la beatitudine.

Se amo, se veramente amo, come potrò sopportare che un terzo dell'umanità sia minacciata di morire di fame, mentre io conservo tutta la mia sicurezza e la mia stabilità economica? Facendo così, sarò forse un buon cristiano, ma non sarò certamente un santo; ed oggi c'è inflazione di buoni cristiani, mentre il mondo ha bisogno di santi. So che ciò che dico è grave, e so anche che nel mondo non è facile attuarla.

Chi ha cambiato il vecchio tavolo di casa sua per un altro, insignificante, sono io; chi ha vissuto per anni dietro la maschera del «piacere agli altri» sono io; chi ha speso denari, e non solo suoi, per cose “non vere” sono io.

Eppure, nonostante questo, non posso tacere; e ai vecchi amici debbo dirlo: badate alla tentazione delle ricchezze. molto più grave di quanto appaia oggi ai cristiani benpensanti.

Ora che la solitudine e la preghiera mi hanno aiutato a vedere più chiaro, comprendo perché contemplazione e povertà sono inseparabili.

Non si può giungere all'intimità con Gesù operaio a Nazareth, con Gesù apostolo che non ha ove posare il capo, con Gesù crocifisso, senza aver operato in noi quel distacco dalle cose, da Lui così solennemente proclamato e vissuto.

indice Carlo Carretto 2019