2 giugno 2019

Mistero della fede

Gli Ebrei avevano l'Arca e in essa avevano collocato le tavole e la manna, la verità e la vita preconizzata allora.

Salomone costruì il Tempio e Dio concesse la Sua presenza nel Santo dei Santi, nell'Oscurità assoluta della fede. Divine preparazioni al grande mistero su cui doveva incentrarsi il cristianesimo: l'Eucarestia.

Le Tavole della Legge? Troppo poco: avremo l'Autore della Legge. La manna? Troppo poco: avremo il Dio-Uomo come cibo. Resterà l'oscurità della Fede, come nel buio del Tempio. Ma una cosa va detta ancora: l'Eucaristia come il Tutto, come il Creato, come l'uomo sono stati fatti non solo per l'uomo ma «per la gloria di Dio». Ci sono sempre, questi due aspetti, la gloria di Dio e la salvezza dell'uomo. Chi vedesse solo la seconda parte si priverebbe della vera «pietà» di Cristo. Dio prima, l'uomo poi.

La creazione? «Per Ipsum factum est», poi per l'uomo.

L'incarnazione? Sì, per l'uomo «propter nostram salutem», ma prima per la gloria del Padre. Gesù sarebbe venuto - sacerdote dell'umanità - anche senza la caduta. E’ l'adoratore del Padre, è il rappresentante di tutto il Creato davanti alla Maestà del Padre.

E l'Eucarestía? Ha da esserci in questo mistero una gran parte dovuta al Padre al di là certo della parte sacrificale dovuta al peccato come redenzione.

Gesù nell'Eucaristia è la continuazione dell'Incarnazione, è la continuazione di quella perfetta preghiera che Lui faceva al Padre quando era sulla terra storicamente.

Oh infinito valore di questa adorazione! Oh immensità di questa nascosta presenza!

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