22 settembre 2019

Non giudicate

 «Non giudicate, per non essere giudicati, perché col giudizio con cui giudicate sarete giudicati e con la misura con la quale misurate sarete misurati.

Perché osservi la pagliuzza nell'occhio del tuo fratello, mentre non ti accorgi della trave che hai nel tuo occhio?» (Mt 7, 1-3).

Come fermare in noi questo tremendo male del giudizio? Gesù stesso c'invita con parole così forti a non formulare il giudizio sul nostro fratello. Umanamente è impossibile, e solo l'azione dello Spirito Santo può compiere il miracolo. Solo quando la beatitudine della misericordia ci ha permeati, è reso possibile questo capolavoro dell'amore che è il non giudicare.

Per conto nostro rimane un problema insolubile e il mondo ne è la dimostrazione, compreso il mondo religioso, dove il giudicare è la zizzania che devasta il campo di Dio.

In realtà, il Signore con questo suo ordine non è che vuole che diventiamo ciechi. Le azioni le dobbiamo giudicare, i giudizi espressi li possiamo giudicare: ma non l'uomo.

Nessuno di noi davanti a un fratello può sapere il suo domani, la sua virtù, la sua santità. Uomini tiepidi si sono trasformati e hanno sopravanzato coloro che erano virtuosi. E poi, chi può conoscere la responsabilità di ognuno? La consapevolezza? Quindi il comando del Signore rimane preciso.

Ma, come dicevamo, la vera soluzione la pone lo Spirito Santo portando in noi la ricchezza delle beatitudini della misericordia.

La luce che promana da questa sublime beatitudine getta sull'anima una grande chiarezza sulla sua miseria, in modo che paralizza ogni desiderio di giudicare il prossimo e chiede solo misericordia, misericordia, misericordia. 

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