26
maggio
In
Dio
Dio
è giunto al mio cuore come una grande parabola.
Tutto
ciò che mi circondava mi parlava di Lui,
il
cielo mi parlava di Lui,
la
terra mi parlava di Lui,
il
mare mi parlava di Lui.
Era
come un segreto nascosto in tutte le cose visibili e invisibili.
Era
come la soluzione a tutti i problemi.
Era
come il Personaggio più importante che entrava nella mia vita e con cui avrei
dovuto vivere per sempre.
Presto
mi son sentito avvolto da Lui come «Presenza sempre Presente», che mi guardava
con tutte le foglie del bosco in cui passeggiavo e attraverso le nubi che
cavalcavano vive sulla mia testa.
Non
ho mai avuto difficoltà a sentire la presenza di Dio, specie da piccolo. Mi
sarebbe parsa così strana e così inverosimile la sua assenza.
Mi
son sentito in Dio
come
uccello nell'aria,
come
legna nel fuoco,
come
bimbo nel seno della madre.
Questa
ultima immagine è stata la più forte, la più vera e cresce sempre di più in
me.
Penso
davvero che il grembo di una donna che contiene un bimbo sia il tema
dell'universo intero, la visibilità delle cose invisibili, il segno del modo di
procedere da parte di Dio per farmi suo figlio.
In
Lui vivo, respiro e gioisco della sua Presenza generatrice, anche se -e ne
soffro- non è ancora giunto il tempo di poter vedere il suo Volto divino, come
dice la Bibbia, faccia a faccia (cf. 1 Gv 3, 2).
E ancora presto.