8 dicembre 2019

Maturo

 Quando, ragazzo, entrai nella Chiesa, conobbi una realtà soprattutto concentrata sul «prete».

Conobbi un laicato ancora immaturo, inerte, definito in malo modo vulgus índoctus, gregge di pecore; e un clero sulle cui spalle gravava tutto il peso dell'apostolato.

Poi venne un tempo nuovo.

Si fece strada un grande processo di maturazione della Chiesa.

I laici presero coscienza di essere Chiesa e capirono che la loro fede non li spingeva solo ad atti di culto, ma li impegnava a realizzare nel mondo il messaggio evangelico.

Tutto diventa materia religiosa: la casa, la politica, i rapporti sociali, la professione, la vita, l'amore.

Il Concilio Vaticano Il fece transitare la Chiesa dall'infanzia alla maturità, obbligando tutti a vedere nella Chiesa il popolo di Dio e non più una piramide clericale.

La vita, l'azione di una comunità cristiana, piccola o grande che sia, è oggi incomprensibile senza la presenza dei laici e senza una giusta, feconda, equilibrata, amorosa collaborazione tra gerarchia e laicato.

Il compito sacerdotale, che è quello di vivere la vita di Gesù nel suo dono assoluto al Padre e di offrire al Padre tutte le realtà terrene, diventa impegno di tutti i battezzati, nell'unità dello Spirito Santo: «Siete un popolo di sacerdoti» (cf. 1 Pt 2, 9 -10).

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