19 luglio 2020
Dopo l'esodo dall'Egitto
Il libro dell'Esodo contiene una storia fantastica che illumina tutte le azioni che conducono l'uomo poco alla volta alla dignità di Figlio di Dio.
Nell'Esodo possiamo trovare i perché della nostra lenta maturazione, i limiti e l'inesperienza della nostra infanzia, il pianto sul nostro peccato, il canto gaudioso della vittoria sul male.
Nell'Esodo si riassume anche la maturità della storia, le attenuanti alle nostre debolezze, il perché della pazienza, la costanza della nostra speranza.
Ciò che ho fatto di male non lo farò più, posso dire nell'Esodo, e ciò che è buono lo posso ancora fare.
Con Paolo diventa facile dire: «Quand'ero bambino parlavo da bambino, pensavo da bambino, ragionavo da bambino» (1 Cor 13, 11). Ora — prosegue, però, Paolo — ragiono da adulto e afferro ciò che prima non capivo.
Se nella mia infanzia pensavo a un Dio lontano e terribile, nella mia maturità ho imparato a sentirlo più vicino. L'Emmanuele che cammina con l'uomo.
Se prima dominava in me la Legge ora domina l'Amore.
Prima di partire dall'Egitto il Messia mi veniva incontro offrendomi le armi da impugnare e mi invitava a sgominare i nemici con la forza; dopo l'esodo mi è venuto incontro come il Signore sofferente e come il Principe della pace.
La lotta cruenta contro i nemici di Dio, di cui c'è un'eco profonda nell'Antico Testamento, non era altro che l'immagine di una lotta in cui impegno non la violenza ma l'amore.
Era segno e simbolo di una volontà tesa alla vittoria, dove i nemici non sono più i filistei o gli amorrei ma i miei vizi capitali.