20 dicembre 2020
L'umiltà di Gesù
Nella tua lettera, cara sorella mia, mi parli del senso di impotenza, che provi, ad essere ciò che desideri essere. Credo che tutti dobbiamo passare per questa dolorosa tappa, salvo rarissime anime veramente umili. E il nostro orgoglio che deve essere distrutto in noi, il senso di sufficienza (anche nel bene), l'idea che siamo noi a realizzare la nostra santificazione. Dio, non potendo far altro per illuminarci su questo punto, ci lascia arrabattare da soli.
Allora incominciamo a capire che da soli siamo nulla e meno di nulla. Se riuscissimo invece a compiere un atto di vera umiltà tutto sarebbe risolto, e noi ci troveremmo ad aver risolto tutti i problemi.
Ecco perché lo spirito di infanzia spirituale è fondamentale per il Regno di Dio, e condizione sine qua non per entrarvi. Il vero umile è il bambino, perché nulla riferisce a sé ma tutto spera dal padre e dalla madre.
Sorella mia, vuoi correre, volare nella via della santità?
Cerca l'umiltà ma la vera, cioè quella di Gesù che, pur essendo Dio, «umiliò se stesso... fino a morire su una croce» (cf. Fil 2, 6).
Io sono certo che il Signore per anni e anni ci lascia nei nostri peccati e nelle nostre infedeltà perché non ha altra via per umiliarci, per farci capire tutta la spaventosa miseria della nostra anima orgogliosa.