30 agosto 2020
Nei cieli
«Padre nostro che sei nei cieli». Dov'è Dio, se non in ogni luogo? Ogni luogo non è dunque cielo? Ogni luogo, quindi, non è un luogo celato dove Lui si cela, e dove noi lo cerchiamo?
Non è cielo l'immane mondo degli astri dove Lui si cela con la sua potenza e la sua bellezza? Non è cielo il mistero dell'infinitamente piccolo: l'atomo?
Non è cielo il fiore? Non è cielo la terra con la sua fecondità di madre? E il mare, e le piante? E l'istinto dell'uccello che, senza saper la strada, percorre migliaia di chilometri? Ogni cosa creata è un cielo immenso, bellissimo, soavissimo, armoniosissimo dove Dio si cela con la sua potenza, il suo amore, la sua bellezza. Soprattutto il suo amore.
E il cuore dell'uomo? Qual cielo mirabile e sublime, doppiamente cielo, misterioso cielo. Ecco perché il Pater parla di «cieli» e non di «cielo». Sono tanti, infiniti, i cieli, ed è dato a me, uomo, di cercarli per discoprire in essi il mio creatore, per adorarlo, per parlare con Lui, per «santificarlo», cioè scoprire la sua santità.
«Padre nostro che sei cieli, sia santificato il Tuo nome»: Tu sia conosciuto o Padre. Basterà. Fatti conoscere e tutti ti seguiranno, faranno la tua volontà, entreranno nel Tuo Regno. Difatti Gesù stesso ti dirà: «Questa è la vita eterna; che conoscano Te», Padre (Gv 17, 3).