5 dicembre 2021

Contro ogni speranza

Faceva caldo quel giorno, quando Abramo era seduto vici-no alle Querce di Mamre.

Alzando gli occhi guardò.

Ed ecco tre uomini in piedi.

Gli stavano davanti.

Appena li vide s'inginocchiò a terra e disse:

«O Signore mio... ,

non passare ti prego senza fermarti.

Vi porterò un po' d'acqua, vi laverete í piedi, e vi riposerete all'ombra. Vi porterò un boccone, vi rifocillerete e poi andrete oltre. Non per caso, non per niente, siete passati oggi davanti a me» (cf. Gn 18, 1-5).

Quant'è stupenda questa visione di Abramo alle Querce di Mamre! Ecco che i tre uomini parlano, si riposano, si rifocillano e fissano Abramo che li guarda felice. Gli occhi dei tre sono gli occhi di uno solo! E il Signore!

Sono gli occhi di chi, tempo prima, aveva chiesto a lui, al pa­triarca, di lasciare la sua terra, la terra di Ur, per la terra di Canaan. «Lascia la tua terra e va'» (cf. Gn 12, 1).

E lui l'aveva lasciata, era partito.

Ora è un incontro più ravvicinato, più intimo.

Signore cosa non mi hai dato? Tende, cammelli, tappeti, pe­core, ricchezze...

Non mi hai dato però ciò che desidero di più e un giorno i miei averi passeranno ad un estraneo ed io morirò senza discendente. No, Abramo... Tu avrai un figlio. La tua eredità non pas­serà ad un estraneo ma al frutto dei tuoi lombi: tu avrai un figlio.

E Abramo «credette al Signore e ciò gli fu imputato a giustizia» (cf. Gn 15, 1-6).

E nascerà Isacco anche se sembrava impossibile perché Sara,

sua moglie, era sterile e lui, Abramo, era vecchio di cento anni. Dio è il Dio dell'impossibile: è questo il fondamento della fede, il coraggio dell'uomo, la speranza contro ogni speranza.

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