6 giugno 2021

Celebrazione della sua presenza

Si può benissimo trovare Dio sotto le stelle o camminando in mezzo a una folla in città.

Ho tre cose veramente importanti nella mia vita: il Cosmo, la Bibbia, e l'Eucarestia.

Potrei pregare sotto le stelle che mi rappresentano il cosmo, potrei pregare davanti alla Bibbia che è la parola di Dio, ma se posso preferisco pregare davanti all'Eucarestia che è la presenza di Colui per cui tutto fu creato e che fu indicato dalla Bibbia come Salvatore del mondo.

L'Eucarestia mi riassume il Cosmo; l'Eucarestia mi riassume la Bibbia. Tutti e tre contengono il divino e tutti sono degni di starmi dinanzi quando prego, ma la terza è la più grande.

L'Eucarestia è la pienezza del dono, è la perla nascosta nel mistero della Scrittura, il tesoro nel campo della parola di Dio, il segreto del Re.

L'Eucarestia è Dio fatto presenza accanto alla mia pista, pane nella mia bisaccia, amicizia vicino al mio cuore d'uomo.

Ed eccomi qui solo, davanti al limite estremo dell'umano. Solo la fede mi regge, e vi assicuro che so a memoria, e nella carne, cosa significhi «mistero di fede».

Trovarsi dinanzi a un pezzo di pane e credere che è la presenza di Gesù è un atto di fede e il ragionamento vien meno. E la fede è nuda, oscura e sovente dolorosa.

Ma se trapasso lo spessore della mia sensibilità e mi butto con confidenza nel vuoto di Dio, allora alla mia fede si unisce la speranza e mi sorregge l'amore. Come ogni Persona divina richiama nell'unità le altre due Persone divine, così una virtù teo­logale chiama a raccolta le altre due virtù teologali.

L'Eucarestia è come la nube che accompagnava il popolo di Dio attraverso il deserto, è come la colonna di fuoco che indicava la strada nella notte profonda.

Ma nulla è più chiaro di questa notte.

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