7 febbraio 2021
Un'esigenza d'amore
Quando ero nel deserto ho imparato dal padre de Foucauld una preghiera straordinaria, riassuntiva di tutto il mio credere, e talmente drastica da non saperla recitare se non sotto l'azione dello Spirito.
Sovente mi fermavo a metà, incapace di proseguire. Mi facevano tremare certe richieste definitive, come se mi togliessero una parte del mio impegno, uno spazio alla mia libertà.
Sono trascorsi alcuni anni dal primo ritorno dal mio deserto; ho fatto nuove esperienze di presenza tra gli uomini.
Se dovessi riassumere ciò che sento ora, lo direi in poche parole: ho scoperto di essere molto più povero di quanto credessi allora.
Ma la povertà, più la si scopre, più ti spinge a pregare e quando riprendo a recitare la preghiera di allora, quella di cui vi parlavo, e che noi Piccoli Fratelli chiamiamo «Preghiera di abbandono», ho l'impressione di saperla dire con più verità.
Padre mio, mi abbandono a Te.
Fa' di me ciò che Ti piace.
Qualunque cosa Tu faccia di me,
Ti ringrazio.
Sono pronto a tutto, accetto tutto,
purché la Tua volontà si compia in me
e in tutte le Tue creature.
Non desidero niente altro, mio Dio.
Rimetto la mia anima nelle Tue mani,
Te la dono, mio Dio,
con tutto l'amore del mio cuore.
Perché ti amo. Ed è per me un'esigenza d'amore il donarmi,
il rimettermi nelle Tue mani senza misura,
con una confidenza infinita,
poiché Tu sei il Padre mio.