10 luglio 2022
Egli ci mostra la strada
Gesù è nostro fratello. E come tale si mette vicino a noi e c'insegna la strada che dobbiamo percorrere per giungere all'invisibile. E perché comprendiamo, scrive nel visibile le cose viste nell'invisibile — agisce come uomo come agirebbe Dio — porta sulla terra nella famiglia dell'uomo i costumi della famiglia di Dio.
Tutto ciò si chiama «Vangelo». Ciò che fa Gesù come uomo nel Vangelo è come se lo facesse Dio nel cielo. Ciò che dice Gesù nel Vangelo è ciò che ha sentito dire dal Padre nel cielo. Il Vangelo è il modo di vivere, sulla terra, come vivrebbero i santi del cielo.
Il Vangelo è tutto.
E il modello unico. E la perfezione invisibile resa visibile dal modo di vivere di Gesù. Per un cristiano non dovrebbe esistere altro libro a cui ispirarsi, altro modello cui attingere.
Il Vangelo è una persona vivente: è Gesù.
Se il Vangelo ama la povertà più della ricchezza, vuol dire che il Padre è di quell'avviso e ci giudicherà sui suoi gusti, non sui nostri.
Se il Vangelo vuole il perdono e la misericordia, significa che questa maniera di fare è costume di Dio e ad esso dobbiamo adeguare le nostre azioni.
Se il Vangelo crede alla Resurrezione, non c'è motivo di dubitarne.
Se il Vangelo preferisce la vita semplice dei poveri, dei pastori, degli operai, tanto che volle il figlio di Dio povero, semplice e operaio, dobbiamo stare in guardia quando non siamo poveri, semplici, operai.
Se il Vangelo ci dice che è meglio essere senza un occhio o senza un braccio nel Regno dei cieli, più di un benpensante nell'inferno, dobbiamo abituarci a guardare meno alla nostra bellezza ma a stare più attenti alla nostra salvezza.
Se il Vangelo ci dice che siamo figli del Padre celeste perché dubitarne?
Perché non essere nella pace e nella gioia?