7 maggio 2023
La prova
L'atto di fede maturo è terribilmente e unicamente personale e il suo rischio c'impegna fino alle midolla. Il prototipo più grande e più vero che noi, come popolo di Dio, possediamo di quest'atto di fede, è contenuto nella Bibbia e riguarda la prova di Abramo.
Dio disse ad Abramo: «Prendi il tuo figlio; l'unico che hai e che tu ami, Isacco, e va' nel territorio che ti indicherò» (Gn 22, 2).
Ecco un salto nella fede pura proposto ad Abramo.
E un atto personale e un atto di morte.
Chi non ama non può capire una proposta del genere, anzi si scandalizza ...e come!
Ma chi ama?!
Chi vede Dio avvolgere la personalità gigantesca di questo patriarca, solo, nel deserto, accanto alla sua tenda ... oh, no ... non si scandalizza, anzi!...
Quel Dio che vuol comunicarsi nel profondo dell'essere di Abramo, che vuoi strapparlo a se stesso, alla sua possibilità di ripiegarsi sulle sue cose come su un possesso egoista, che vuol far «più sua» la già sua creatura, il suo uomo destinato non alle tende della terra ma a quella del Cielo, quel Dio gli chiede una prova assurda, come è assurdo l'amore quando non lo si vive, ma così vero e inesorabile quando lo si possiede.
«Va'..., dammi tuo figlio...» (Gn 22, 2).
Io credo che in quell'alba, da tutti i buchi del cielo gli angeli si affaccendavano a fissare il monte su cui un uomo si apprestava a compiere un rito d'amore così tragico e così radicale!
Io credo che al sorgere del sole di quella fredda mattina d'oriente, lo spazio attorno ad Abramo era trapuntato di occhi invisibili di tutti i morti prima di lui, preoccupati di vedere come la faccenda sarebbe andata a finire!
Dio aveva chiesto il massimo. Oh, se Abramo avesse dovuto rivolgere il coltello contro di sé, sarebbe stato più facile!
L'atto puro di fede è l'atto di morte sulla cosa più amata da offrire all'amato, perché solo l'amore è più forte della morte.